La Pratica Collaborativa è un metodo di risoluzione delle controversie attraverso una negoziazione centrata sugli interessi e i bisogni delle parti, che sono protagoniste attive di tutto il percorso, in un clima di fiducia e collaborazione reciproca. Nella Pratica Collaborativa la negoziazione è improntata ai principi di buona fede, trasparenza e riservatezza, per garantire accordi consapevoli e rispettosi delle esigenze e dei bisogni di tutte le parti coinvolte e soprattutto capaci di durare nel tempo.
Gli avvocati e gli altri professionisti* sono incaricati dalle parti solo per l’assistenza durante la Pratica Collaborativa: concordano in anticipo con i clienti che non faranno ricorso al giudice e non potranno in futuro assistere le parti in un procedimento contenzioso che le veda contrapposte.
(Definizione AIPC)
L’Accordo di Partecipazione che i clienti e i professionisti sottoscrivono all’inizio del procedimento collaborativo impone che tutti i professionisti* debbano rinunciare ad assistere e a rappresentare i rispettivi clienti, se uno di essi inizia un procedimento contenzioso.
Questo requisito corregge l’impatto negativo delle procedure, basate sull’esercizio del potere, tipiche del modello contenzioso. Allo stesso tempo, questo requisito incoraggia la ricerca continua di soluzioni creative nei momenti di impasse nella negoziazione. La Pratica Collaborativa rappresenta un’opportunità per i clienti di raggiungere la soluzione migliore, in un momento in cui le circostanze spesso inducono ad aver paura di subire la soluzione peggiore. Attraverso un team di professionisti qualificati che coinvolge i clienti come parte integrante della squadra stessa, le possibilità per una soluzione positiva sono massimizzate.
(Definizione AIPC).
*esperti finanziari, esperti di salute mentale o facilitatori di relazioni, esperti infantili, ecc. anch'essi formati alla pratica collaborativa.
1. Un percorso caratterizzato da un clima di cooperazione, fiducia e trasparenza che riduce la tensione emotiva delle parti e minimizza le ostilità.
2. Maggiore rapidità rispetto ad un procedimento giudiziale.
3. Ciascuna parte è assistita dal proprio legale specializzato nella pratica collaborativa e, nel caso, da altri professionisti (commercialisti, psicologi, esperti dell’età evolutiva, facilitatori della comunicazione, ecc…) che, in maniera neutrale, si concentreranno nella ricerca di soluzioni condivise senza che i clienti percepiscano pressioni o condizionamenti connessi alla minaccia del ricorso al Tribunale, riducendo così i tempi per la definizione di accordi e la risoluzione dei conflitti familiari.
4. Costi contenuti: i costi che le parti dovranno affrontare, qualora scelgano di procedere con la pratica collaborativa, saranno sicuramente inferiori rispetto a quelli relativi ad un procedimento giudiziale, che prevede elevate spese connesse alle varie fasi processuali e alle eventuali consulenze tecniche.
5. Il raggiungimento di soluzioni efficaci, efficienti e duratura: il lavoro di squadra permette alle parti di ottenere in maniera condivisa una soluzione efficace, mediante accordi duraturi nel tempo che possono essere modificati applicando lo stesso metodo collaborativo, con il beneficio di tutta la famiglia.
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